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Mozzarella di Bufala Campana: Dalla Palude alla Tavola del Mondo

  • Immagine del redattore: Massimiliano Viviano
    Massimiliano Viviano
  • 1 lug
  • Tempo di lettura: 2 min
Le Origini di un Tesoro Bianco

La mozzarella di bufala campana non è solo un prodotto caseario: è un simbolo dell'identità gastronomica del Sud Italia. Le sue radici affondano nel Medioevo, tra le terre umide e fertili dell'agro campano e della piana del Sele. Fu proprio lì che, tra IX e XII secolo, i monaci benedettini iniziarono a lavorare il latte di bufala per produrre un formaggio fresco chiamato “mozza” o “provatura”.

Le bufale, introdotte probabilmente dai Longobardi o dagli Arabi, si adattarono perfettamente a queste zone paludose, contribuendo così alla nascita di una tradizione casearia destinata a diventare leggenda.

DOP e Rinascita Agricola

Nonostante una storia antichissima, la mozzarella di bufala ha conosciuto la sua vera esplosione commerciale solo nel secondo dopoguerra. L'ottenimento della Denominazione di Origine Protetta (DOP) nel 1996 ha segnato una svolta: ha tutelato il prodotto da imitazioni e ne ha valorizzato l’autenticità, favorendo investimenti nella filiera e promuovendo controlli di qualità più severi.

Impatto Economico sull’Italia

La mozzarella di bufala campana oggi è uno dei pilastri del settore agroalimentare italiano.

Vediamo alcuni dei suoi impatti più significativi:

Occupazione e Filiera Corta

Il comparto dà lavoro a oltre 11.000 addetti, distribuiti tra allevatori, trasformatori e logistica. È una filiera a forte radicamento territoriale: quasi l’80% della produzione avviene tra Campania, Lazio e parte della Puglia e del Molise.

Esportazione e Made in Italy

Con una produzione che supera le 50.000 tonnellate annue, il 35% viene esportato, soprattutto verso Germania, Francia, USA e Giappone. La mozzarella di bufala è uno degli ambasciatori del “Made in Italy” nel mondo, capace di aprire mercati anche per altri prodotti agroalimentari italiani.

Valore Economico

Il fatturato del comparto supera mezzo miliardo di euro l’anno. Il valore aggiunto generato resta in larga parte nelle comunità locali, contribuendo alla rigenerazione di aree rurali che altrimenti sarebbero state abbandonate.

Turismo Gastronomico

La fama del prodotto ha dato impulso anche al turismo esperienziale: visite nei caseifici, degustazioni guidate e itinerari enogastronomici stanno trasformando territori un tempo marginali in mete ambite da gourmet e curiosi.

Sfide Future

Nonostante il successo, il settore deve affrontare sfide importanti: dal rispetto del benessere animale, alla sostenibilità ambientale della produzione, fino alla lotta contro le contraffazioni. Il Consorzio di Tutela, con iniziative di tracciabilità e promozione internazionale, è in prima linea per garantire qualità e trasparenza.

Conclusione: Il Bianco che Vale Oro

La mozzarella di bufala campana è l’esempio perfetto di come un prodotto della tradizione, ben tutelato e valorizzato, possa generare ricchezza, identità e innovazione. Dalla palude medievale alla tavola globale, questo piccolo miracolo caseario continua a raccontare una grande storia italiana.

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