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Dazi USA sui Prodotti Agroalimentari Italiani: Quali Conseguenze per Caseari e Conservieri ?

  • Immagine del redattore: Massimiliano Viviano
    Massimiliano Viviano
  • 8 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

L'annuncio da parte degli Stati Uniti dell’introduzione (o aumento) di dazi sui prodotti agroalimentari europei, con particolare impatto sull’Italia, ha destato grande preoccupazione tra produttori, esportatori e consumatori. Tra i comparti più colpiti spiccano due eccellenze del made in Italy: i prodotti caseari (formaggi, burro, latticini) e le conserve alimentari (in particolare pomodori e derivati).

Ma quali saranno le reali conseguenze per le imprese italiane? E quali strategie si stanno delineando per contenere l’impatto ?

I formaggi italiani – Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Pecorino Romano – sono da anni tra i protagonisti assoluti delle esportazioni verso gli Stati Uniti. Secondo dati ISTAT, solo nel 2023 il comparto caseario italiano ha esportato negli USA prodotti per oltre 500 milioni di euro.

Con l’introduzione di nuovi dazi tra il 20% e il 35%, molti prodotti potrebbero perdere competitività sugli scaffali americani, dove già devono confrontarsi con i formaggi locali o con le imitazioni (i cosiddetti Italian sounding).

Le possibili conseguenze:

  • Aumento dei prezzi al consumo: il rincaro dei dazi sarà spesso ribaltato sul prezzo finale.

  • Riduzione delle esportazioni: la competitività dei prodotti italiani verrà ridimensionata, favorendo concorrenti europei non colpiti dai dazi o produttori interni.

  • Danni alle filiere DOP/IGP: colpite anche le denominazioni protette, che rappresentano il cuore dell’identità alimentare italiana.


Anche le conserve – in particolare i pelati, la passata e i concentrati di pomodoro – sono nella lista dei prodotti interessati dai dazi.

L’Italia è il secondo esportatore mondiale di conserve di pomodoro e gli Stati Uniti rappresentano un mercato strategico. Colpire questo settore significa mettere a rischio:

  • Centinaia di aziende del Centro-Sud Italia (Campania, Puglia, Emilia-Romagna).

  • Migliaia di lavoratori stagionali e dell’indotto.

  • L’equilibrio di una filiera agricola già messa alla prova da inflazione, siccità e concorrenza internazionale.

Perché gli USA impongono i dazi ?

I dazi sono spesso una risposta a dispute commerciali più ampie. In questo caso, le tensioni possono derivare da:

  • Ritorsioni legate a dispute WTO tra USA e UE.

  • Pressioni delle lobby agroindustriali statunitensi.

  • Tentativi di protezionismo per sostenere la produzione interna in un contesto post-pandemico e di alta inflazione.


Le associazioni di categoria (Coldiretti, Assolatte, Conserve Italia) hanno già chiesto l’intervento del governo italiano e della Commissione UE per negoziare una revisione del regime daziario.

Nel frattempo, le aziende italiane stanno valutando:

  • Diversificazione dei mercati: puntare su Asia, Medio Oriente e Sud America.

  • Delocalizzazione logistica: partnership con distributori locali o piccole trasformazioni in loco.

  • Comunicazione di qualità: rafforzare l’identità DOP e il valore aggiunto del made in Italy per giustificare il prezzo anche con i dazi.

I dazi americani sui prodotti agroalimentari italiani, soprattutto caseari e conservieri, rappresentano una sfida concreta per migliaia di imprese. Tuttavia, potrebbero anche diventare un’occasione per rivedere le strategie di esportazione, rafforzare le filiere interne e consolidare nuovi mercati.

Il made in Italy ha sempre saputo reinventarsi, puntando sulla qualità, tracciabilità e distintività. Ora più che mai, serve una risposta coordinata tra imprese, istituzioni e consumatori per proteggere un patrimonio economico e culturale che il mondo ci invidia.

Salone Industria Casearia e Conserviera 2026
Badge Ingresso Omaggio Visitatori
20 marzo 2026 alle ore 10:00 – 22 marzo 2026 alle ore 16:00San Marco Evangelista
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